Organo Daniel Herz
L'organo della Chiesa della Madonna
Daniel Herz costruì l’organo negli anni 1648/49. Originario di Monaco, Herz si trasferì a Bressanone dove acquisì la cittadinanza nel 1646 e si affermò nel XVII secolo come il più famoso costruttore di organi del Tirolo.
L’installazione dell’organo è da considerare come un unicum assoluto. Lo strumento è collocato nel coro della chiesa dietro l’altare maggiore e non è visibile dalla navata, perché la parete dell’altare ne occupa tutta la larghezza. Il motivo di questa installazione era la presenza, nella chiesa, della collegiata “Zu Unserer Lieben Frau am Kreuzgang zu Brixen”, risalente al XII secolo, in cui i canonici insieme all’organista arricchivano le celebrazioni liturgiche con musica vocale e strumentale. Originariamente a livello del suolo e a malapena illuminato, il coro fu ricostruito nel 1645 con una nuova piattaforma elevata e panche per i musicisti. La disposizione, con gli stalli semicircolari del coro e la parete posteriore dell’altare, può essere descritta come una vera sintesi delle arti barocche e suggerisce un’intensa pratica musicale.
Dall’interno della chiesa, il visitatore vede solo le canne più grandi del Principale 8‘ della facciata libera e le canne ‘a forma di giglio’ del registro del pedale Posaun che sporgono sopra la cornice dell’altare. Le canne dei due registri del pedale si appoggiano alla parte posteriore dell’altare, quelle metalliche della Posaun si proiettano verso l’alto, mentre le grandi canne di legno tappate del Bordone 16’ pendono ‘a testa in giù’ sotto una panca nel seminterrato al livello del pavimento della sacrestia.
Al centro dell’abside si trova la consolle e ai suoi lati, dietro i rivestimenti a semi-cerchio, ci sono i somieri e i canali portavento.
Il manuale è suddiviso su due somieri e l’aria raggiunge le canne attraverso un sistema estremamente complesso che attraversa i sei strati di cui si compone la coperta (cioè l’asse forata sulla quale sono infilate le canne).
I quattro mantici erano collocati nel tetto della sacrestia accanto all’abside, una postazione difficilmente accessibile. Per questa ragione, i mantici venivano tirati con delle corde dai tiramantici dal pianerottolo delle scale.
I tasti superiori cromatici ‘spezzati’ in due tasti differenti nel manuale, per avere a disposizione molte terze maggiori perfette, il sistema di trasposizione di un tono più grave (Kammerton, a circa 460 Hz) e di un tono più acuto (Chorton, a circa 415 Hz), per disporre di due possibilità di intonazione che rispondevano alle necessità di accompagnamenti di strumenti e voci, l’ottava grave spezzata nel manuale e il pedale esteso cromaticamente, testimoniano l’unicità organologica dello strumento e le ingegnose possibilità della pratica musicale dell’epoca.
Nel 1763 l’organo fu riparato da Joseph Anton Simnacher e nel 1795 da Peter Volgger. In questo periodo il sistema di accordatura con i doppi semitoni di Daniel Herz non era più di moda e fu costruito un organo ‘normale’ a due manuali.
All‘inizio del XIX secolo, nel corso della secolarizzazione, la collegiata fu abolita. Oggi non possiamo determinare esattamente per quanto tempo l’organo sia stato suonato, a che punto sia diventato inutilizzabile e quando sia stata rubata la maggior parte delle canne.
Lo strumento è sopravvissuto come un guscio vuoto fino a quando l’organaro Hendrik Ahrend, come il principe della fiaba, fu in grado di risvegliare “la bella addormentata” nel 2010.